di Euripide
DESCRIZIONE
Troiane, considerata dalla critica moderna tra i capolavori di Euripide, rappresenta una denuncia radicale della guerra, per voce degli sconfitti, ed è proprio in questo cambio di prospettiva l’originalità e la grandezza dell’ateniese che rende protagonisti non i vincitori, i Greci, ma i vinti, non gli uomini ma le donne. L’ universo femminile in primo piano, cartina di tornasole dei conflitti della nostra società e il dramma dello straniero, del “barbaro” o del diverso, simbolo dell’emarginazione e della brutale sottomissione dei più deboli. A partire dal materiale mitico della tradizione arcaica, Troiane, rappresentata nel 415 a.C. all’indomani del massacro della città di Milo da parte di Atene, denuncia i crimini di guerra e la deriva di una popolazione devastata. La tragedia comincia proprio laddove l’Iliade di Omero finisce: Troia è già caduta e della città non resta più nulla. I troiani giacciono morti dopo l’immane carneficina; le loro donne, folli di dolore, attendono prigioniere di conoscere il proprio destino. L’orrore e lo strazio sono focalizzati nella prospettiva delle vittime, dei corpi umiliati e spogliati delle loro identità, delle soggettività ridotte a voci sofferenti quanto inermi. Una danza di dolore che ruota intorno ad Ecuba – nell’intensa, toccante interpretazione di Patrizia Milani – madre, moglie e regina, in lei convergono e sopravvivono le origini familiari e politiche della città distrutta; ed ancora Andromaca, Cassandra: su di esse incombe il trauma della perdita e dello sradicamento, della partenza verso un altrove che significa schiavitù e miseria. Nella condizione di una totale impotenza restano solo il lamento, le grida di dolore, le imprecazioni rancorose, i paradossi di una ragione allucinata. Della città caduta non resta che un rogo che accompagna la perdita di identità, il senso profondo di sradicamento di chi, allora come oggi, è costretto a migrare. Forte è l’urgenza emotiva del dirsi, del raccontare un’ultima volta la propria storia.
AUTORI E CAST
Compagnia teatrale “I Giovani” di Sospirolo
Regia di Mariarosa Ceccon